La ricerca della Qualità attraverso requisiti più severi
Sul sito IATF è stata pubblicata la “Ford Scorecard IATF 16949 PocketGuide” (nel testo dell’articolo trovate il link per scaricarla gratuitamente) all’interno della quale ci sono gli aggiornamenti in merito alla valutazione dei Customer’s Specific Requirements.
Le aziende della filiera automotive certificate secondo lo standard IATF 16949 sono tenute all’obbligo del rispetto dei requisiti cliente e quindi dei CSR .
Normalmente (e sempre più spesso di recente) le non conformità rilasciate dagli auditor IATF si focalizzano sul mancato o parziale rispetto dei requisiti cliente , cioè dei CSR.
E’ una precisa policy degli organismi di certificazione associati alla IATF la quale ha ricevuto forti lamentele dai costruttori.
Molte aziende fornitrici sembravano non essere adeguate nella fornitura e nel rispetto dei CSR , secondo i costruttori, pur essendo certificate IATF.
Si torna alle certificazioni dei costruttori ?
Questo ha comportato una pericolosa virata verso il passato: alcuni costruttori hanno iniziato a ripristinare proprie regole di qualifica dei fornitori aggiuntive ai requisiti IATF, reintroducendo schemi di qualifica e di auditing che ricordano gli approcci delle vecchie AVSQ 94 o FORD 9000.
Si tratta di una tendenza che IATF non può accettare, pena la credibilità stessa dell’ente con ripercussioni negative a livello di business.
Ecco quindi che la policy IATF si è fatta attenta e severa nell’accertare , in sede di audit, il rispetto dei CSR cliente, la verifica delle scorecards come fornitore e , in generale, l’aggiornamento dei metodi e dei tools per la Qualità applicati in azienda (metodi AIAG per FMEA, MSA etc…).
La stessa AIAG ha condiviso con la VDA , una nuova linea guida alla FMEA e , in misura sempre maggiore, la IATF riconosce i metodi e le stesse guide VDA (preferite dai costruttori automotivi tedeschi): è un segno di un allineamento generale ..che però comporta requisiti ulteriori e più severi rispetto allo standard IATF 16949.
Quali conseguenze sui fornitori della filiera automotive ?
Il fornitore della filiera automotive certificato IATF si trova quindi nella spiacevole situazione di vedere accrescere i contenuti dei requisiti richiesti, in quanto i CSR spesso contengono anche aspetti che impattano sul sistema e non solo sul prodotto fornito, con conseguente maggior impegno di risorse (umane, mezzi, denaro) a fronte di una redditività di fornitura sempre più risicata.
Se da un lato questa maggior esigenza da parte di IATF , in rappresentanza dei costruttori che ne sono parte, costituisce un aggravio, dall’altro sposta la competizione di mercato sul merito e meno sul costo.
Si genera una sorta di selezione della specie nella quale però ci si aspetta che sopravvivano i fornitori più “evoluti” e non quelli con costi più bassi.
Il “side effect” principale, l’effetto collaterale più pericoloso è quello di una possibile moria di fornitori di componentistica che , essendo aziende di dimensioni più contenute, spesso non riescono a mantenere i costi di sistema ulteriori.
Il risultato può essere quello che il costruttore automotive perda il fornitore e si trovi quindi nella spiacevole situazione di doverlo rimpiazzare per esigenze di produzione, con uno alternativo.
Tutto ciò è particolarmente vero per i costruttori italiani di componentistica automotive che spesos sono aziende di dimensione media o piccola: nell’attuale situazione di pressione fiscale e crisi del mercato , molti stanno abbandonando i sistemi qualità ritenendoli non più sostenibili …
Purtroppo questa non è la soluzione e, anzi, non fa che accelerare il processo degenerativo ch eporta al fallimento.
Quando il fornitore perde uno di questi fornitori l’alternativa, spesso, non è migliore e la necessità di produrre finisce per ridurre le aspettative del costruttore e “allargare le maglie del setaccio” ottenendo , paradossalmente, in calo di “qualità” della fornitura.
Ecco perchè gli stessi costruttori smart stanno cercando di favorire ,anche con guide come quella che potete scaricare( Ford-Scorecard-pocket-guide6Nov2019 ), proveniente direttamente dal sito IATF , l’adeguamento ai loro CSR da parte della filiera di fornitura.
Quali sono le soluzioni ?
Abbandonare la certificazione e lasciare alla deriva il Sistema per la Qualità non è la soluzione, anche se a tanti (troppi) manager amministrativi, il taglio alle risorse della Qualità in azienda , sembra la soluzione semplice per fare saving e ridurre i costi.
Purtroppo questa strategia non paga (e parlo per aver visuuto almeno 3 o 4 casi del genere con conseguenze davvero tragiche) : è come un malato con pochi soldi che decide di risparmiare smettendo di comprare medicine e curarsi …
La soluzione è quella di aggredire il problema salvaguardando la Qualità, ma rendendola più flessibile e sostenibile, puntando sui risultati e sul soddisfacimento dei requisiti Cliente e tralasciando magari gli aspetti più formali e burocratici.
Ho avuto il piacere e l’onore di aver contribuito a “salvare” almeno 3 aziende in questa grave situazione , puntando proprio sul mantenimento del Sistema Qualità Efficace e potendo quindi contare anche sul supporto dei Clienti automotive che hanno apprezzato questa strategia , ricompensandola con ordini , volumi e pagamenti che hanno salvato e fatto rifiorire l’azienda.
Le soluzioni stanno quindi nel capire e conoscere bene i CSR e nell’investire in competenze ed esperienza, abbandonando l’idea delle improvvisazioni o del “fai da te” aziendale o , ancora peggio , del “la qualità non fa truciolo, quindi tagliamo in qualità”.
In Qualità non si molla di un millimetro !
La Qualità costituisce uno degli elementi di maggior peso della reputazione aziendale: se un’azienda vostra fornitrice non ha una struttura di Qualità, come Clienti ne pagherete delle amare conseguenze, quindi pretendetela o cambiate fornitore.
Come fornitori se non avete una Qualità efficace potete solo sperare di essere in regime di monopolio ..o atrimenti, prima o dopo, verrete sostituiti.
Non è facile, non è forse nemmeno bello…ma questo è quello che il mercato ci sta insegnando: parafrasando Darwin, sopravvive l’azienda più capace di evolversi e non la più forte .